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Arte nello spazio pubblico
Un’ipotesi di progetto, nata in un‘aula di accademia dove si parlava di legislazione sui beni culturali, riflettendo in particolare sulle esperienze artistiche contemporanee come fattori di valorizzazione e riqualificazione urbana.L’invito del prof. Fabrizio Panozzo a relazionare sulle attività del Maclab di Cà Foscari, che si occupa da tempo di aspetti analoghi, però più legati al contesto produttivo, è stata come si suol dire la scintilla che ha reso possibile passare dallo studio alla sperimentazione sul campo.
Viene formulato un titolo, Altrolato, in cui si identifica non solo il luogo dell’evento, ma anche l’idea di cosa voglia dire lavorare intorno agli ambiti più innovativi, e forse meno noti, più sfuggenti, di una produzione artistica attuale, che ha a che fare non tanto con l’opera tradizionalmente intesa, quanto con l’installazione, con l’intervento site specific, con il concetto di temporaneità (e non di permanenza). Viene messo al centro delle varie proposte, un rapporto attivo con il pubblico, chiamato non solo ad osservare, leggere, vedere, ma ad interagire. Si raccolgono così nel giro di pochi giorni un insieme di progetti presentati tutti da studenti, i quali si sono poi occupati di rifinirli verso la loro effettiva realizzabilità, esercitandosi a seguire l’intero sviluppo di un’ipotesi artistica, dall’ ideazione alla realizzazione.
Filippo Ballico
Jacopo Brunello
Enrico Dedin
Gabriele del Pin
Xhulja Liçaj
Valeria Segna
Riccardo Magoga
Alice Malingri
Ginevra Scialpi
Matteo Storione
Aspetto ‘didattico’ certo, ma non si tratta più solo di didattica nel chiuso di un’aula, perché quelle idee per realizzarsi devono essere in grado di attivare dinamiche più complesse legate alla comunicazione e alla fruizione di lavori concepiti per spazi ‘non artistici’: non si tratta cioè di collocare opere in un museo o in una galleria. La stessa relazione che si genera con le persone che ‘passano per la strada’, non è quella usuale che avviene con i frequentatori già interessati, con gli ‘addetti ai lavori’, che lo spazio espositivo propriamente detto, in qualche modo prefigura. Qui il contatto è diretto, senza troppe mediazioni, e le varie proposte artistiche si trovano coinvolte nella pluralità di modi di frequentare e
utilizzare lo spazio pubblico urbano. Una difficoltà certo, e una sfida, ma allo stesso tempo anche un’occasione per ‘uscire dal seminato’, e comprendere quanto una propria proposta possa mutare quell’atteggiamento di solito distratto con cui si va da un luogo ad un altro luogo. Risvegliando l’attenzione altrui rispetto al contesto, senza per questo ‘gridare’ o ‘spettacolarizzare’ la propria presenza, agendo piuttosto in modo discreto, invitando ad osservare meglio quello che si ha intorno affinché sia possibile fare, del nostro stesso tempo, una esperienza diversa.
Riccardo Caldura